Da ragazzo sono cresciuto a pane e basket soprattutto giocando al campetto della parrocchia sfidando con gli amici le ire delle mamme e di più quelle del parroco che non riusciva mai a mandarci a casa.
NBA era qualcosa di esotico e favoloso di cui si parlava con la copia dei "Giganti del basket" di Aldo Giordani. E c'erano questi mitici playground in cui i vari Julius Erving si sfidavano d'estate.
A Manhattan, poco lontano da Washington Square c'è il West4th Street playground è l'atmosfera è mitica.
Ci sono arrivato un giorno in cui alle due del pomeriggio due squadre di ragazzini se le sono date di santa ragione sotto un sole torrido, mentre la fauna locale composta da altri giocatori, rasta men e strani personaggi commentava la partita in uno slang strepitoso condito da innumerevoli...bad words...!
Poi via alle squadre e giù botte....c'erano anche giocatori veri e l'atmosfera era da "He got game" di Spike Lee.
Mancava solo Ray Allen.
Un nero dal fisico incredibile dava spettacolo, frenetico e irruento e con una parlantina intercalata dalla tipica parola...fuck...inserita ovunque.
Che voglia di entrare in campo......
Ho alloggiato per 14 giorni nel campus della St. John's University che si trova nel Queens, incastrata come un meteorite alieno nel cuore di una delle tante zone residenziali che cambiano di "tono" da una strada all'altra.
Il Queens, uno dei borough di NYC, è permeato di un'edilizia del tutto diversa da quella dell'immaginario legato alla NY = Manhattan. Tipiche residenze americane, diverse per ceto sociale, distribuite su di un'area vastissima, ma in qualche modo simili.
Quasi ogni giorno ho percorso velocemente questa piccola strada residenziale, la 170th street, per andare a prendere il Q46 per raggiungere Kew Gardens da cui con la subway, linea E o F, andavo a Manhattan o Brooklyn.
White fence, porch, il prato ben tagliato, il backyard e tutto l'immaginario forse un pò stereotipato legato alla casa americana, sfilava davanti ai miei occhi sempre meravigliati.
A NY c'è tutto: musei, cultura, arte, shops and restaurants.... Prima però c'è la strada.
Forse è la mia indole che guarda più alla strada che ad episodi della più conosciuta immagine di NY e quindi, come diceva Fulvia anni fa, le foto potrebbero essere scattate ovunque. ma, who cares?
Ci sono sempre gli opposti che alle volte...si toccano.
Che sia la 5th Av. o l'Empire state Building, Bryant Park o la 42nd nel giro di pochi passi o anche solo di uno sguardo c'è tutta l'umanità.
L'autista stramaledice il traffico e mi chiede se voglio provare l'ebbrezza di 5 ore nel traffic jam..... Chi si ricorda la canzone di James Taylor..."Damn this traffic jam how I hate to be late it hurts my motor to to go so slow...damn!"
Oggi sono entrato in quello che si dice sia il più grande negozio di attrezzatura fotografica al mondo: B&H....Incredibile!
To be continued!...stay tuned.
Come due anni fa, il tragitto dal S. John's College nel Queens a Manhattan prevede un'ora di subway. E io adoro la subway.
c'è il mondo con tutti i suoi colori, odori, espressioni, tristezze e felicità; e nella subway si parla con tutti.
Il Queens raccoglie una moltitudine di etnie incredibile e parlare con chiunque è la cosa più naturale.
Chi ama la fotografia, oltre allo storico libro in bw di Walker Evans, può cercare il bellissimo libro di Bruce Davidson "Subway" con immagini scattate negli anni ottanta, quando entrare nella subway non era garanzia di uscirne!.... Vivi soprattutto!
Oggi, almeno per ora..., la sensazione che si prova è di essere al sicuro a quasi tutte le ore.....
to be continued!
Velocissimo reportage realizzato in una bellissima location ristrutturata e arredata dall'Arch. Fabio Talamini. Davvero Fabio hai fatto un gran lavoro e.. peccato di aver avuto pochissimo tempo per scattare perchè ci vuole tempo per "comprendere" un luogo che combina architettura interessante e arredo d'interni complesso e ricco.
In questo caso l'utilizzo del 24mm decentrabile è stato fondamentale e l'ottica si è rivelata una volta di più strepitosa. Come sempre però c'è da imparare....le luci! ombre incontrollabili...almeno per me!
La villa un tempo è appartenuta ad un grande attore italiano e mi piace ricordare una sua battuta tratta da un film di Monicelli che a dirla tutta ci sta benissimo in questo luogo così esclusivo e affascinante....Vi ricordate nel "Marchese del Grillo"..? "Perchè io 'so io e voi non siete un...!"
Nonostante il poco tempo per scattare io e Fabio abbiamo concluso la serata con un buonissimo "Asado" che ha reso complicata la giornata seguente.