giovedì 16 agosto 2012

NY Stories 2012. 5) The Bad Plus at the Lincoln Center Out of Doors.

Giovedì 2 agosto, dopo una giornata massacrante in giro per Manhattan con i ragazzi, mi ritaglio la serata con un preannunciato strepitoso concerto dei The Bad Plus alla Damrosh Park Bandshell, presso il Lincoln Center. L'atmosfera è bellissima, un sacco di gente che cena con panini, insalate, birra e altro, giovani, anziani, famiglie con bambini, scoppiatoni con l'occhio perso, donne mussulmane, all'aperto ascoltando la band di supporto e godendosi il cielo, che pian piano scorre tutte le tonalità del tramonto.


Arrivano The Bad Plus, un trio con al basso Reid Anderson, al piano Ethan Iverson e alla batteria David King. Il New York Times dice che la band è " better than anyone at mixing the sensibilities of post-'60 jazz and indie rock". nel corso di 10 anni di vita hanno riproposto decostruendo numerose covers di gruppi pop, rock, elettronica fino alla musica classica, includendo Stravinsky, Ligeti, Nirvana, Wilco e Pink Floyd.

Qui propongono una libera interpretazione dalla "Sagra di Primavera" di  Stravinsky, rinominata "On Sacred Ground: Stravinsky's Rite of Spring". la musica è accompagnata da una presentazione multimediale creata appositamente da due artisti.

Il risultato è strepitoso ed il pubblico acclama a gran voce.

mercoledì 8 agosto 2012

NY Stories 2012. 4) BASKETBALL AT WEST 4TH STREET PLAYGROUND

Da ragazzo sono cresciuto a pane e basket soprattutto giocando al campetto della parrocchia sfidando con gli amici le ire delle mamme e di più quelle del parroco che non riusciva mai a mandarci a casa.

NBA era qualcosa di esotico e favoloso di cui si parlava con la copia dei "Giganti del basket" di Aldo Giordani. E c'erano questi mitici playground in cui i vari Julius Erving si sfidavano d'estate.

A Manhattan, poco lontano da Washington Square c'è il West4th Street playground è l'atmosfera è mitica.

Ci sono arrivato un giorno in cui alle due del pomeriggio due squadre di ragazzini se le sono date di santa ragione sotto un sole torrido, mentre la fauna locale composta da altri giocatori, rasta men e strani personaggi commentava la partita in uno slang strepitoso condito da innumerevoli...bad words...!

Poi via alle squadre e giù botte....c'erano anche giocatori veri e l'atmosfera era da "He got game" di Spike Lee.



Mancava solo Ray Allen.


Un nero dal fisico incredibile dava spettacolo, frenetico e irruento e con una parlantina intercalata dalla tipica parola...fuck...inserita ovunque.

Che voglia di entrare in campo......

Queens NYC. 170th street.

Ho alloggiato per 14 giorni nel campus della St. John's University che si trova nel Queens, incastrata come un meteorite alieno nel cuore di una delle tante zone residenziali che cambiano di "tono" da una strada all'altra.

Il Queens, uno dei borough di NYC, è permeato di un'edilizia del tutto diversa da quella dell'immaginario legato alla NY = Manhattan. Tipiche residenze americane, diverse per ceto sociale, distribuite su di un'area vastissima, ma in qualche modo simili.

Quasi ogni giorno ho percorso velocemente questa piccola strada residenziale, la 170th street, per andare a prendere il Q46 per raggiungere  Kew Gardens da cui con la subway, linea E o F, andavo a Manhattan o Brooklyn.

White fence,  porch, il prato ben tagliato, il backyard e tutto l'immaginario forse un pò stereotipato legato alla casa americana, sfilava davanti ai miei occhi sempre meravigliati.